In Mondo aziendale

Basta dare uno sguardo ai numeri: l’ultimo rapporto dell’ISTAT, rispetto alla dimensione delle imprese che operano in Italia ci dice, in estrema sintesi, questo:

Il totale delle imprese attive, il “100” per intenderci, è pari a 4.377.379; le imprese con un numero di addetti nella fascia 0-9 è pari a 4.149.572, cioè il 94,8%. E danno lavoro a 7.506.860 persone, pari al 43% del totale degli addetti di tutte le imprese, di qualsiasi dimensione.

Quindi, la quasi totalità delle imprese italiane sconta una dimensione micro e garantisce reddito a quasi la metà delle persone che lavorano nel nostro Paese.

Il dato, aldilà del raccontarci (ma già lo sapevamo) che le imprese del nostro paese sono di dimensioni minime, ci rivela (e questo lo sapevamo meno) che hanno la responsabilità del sostentamento economico di mezza Italia.

Andando oltre il lato retorico del citare la pandemia, un dato estremamente attuale è che molte di queste imprese si sono trovate, e ancora si trovano, in una situazione drammatica. Il dramma più ampio, a mio avviso, è che il danno economico subìto si rivelerà in tutta la sua consistenza nel momento in cui queste imprese, nel ripartire, si accorgeranno della vera fragilità che le connota, e che non è, o almeno non è soltanto e principalmente, di tipo economico e finanziario. Ma è di tipo culturale.

Una micro impresa che produca o venda, ad esempio, piccolo mobilio di arredamento casalingo, forse ancora non lo sa, ma è in competizione con “aziende monstre” del calibro di IKEA. E puntare tutto sul concetto di prossimità e vicinanza al cliente non è più un elemento distintivo dal momento in cui anche le aziende monstre, percepite una volta come distanti (e non solo fisicamente), oggi sono più che mai vicine ai propri clienti e, conseguentemente, ai bisogni di questi ultimi.

Ma torniamo alla fragilità culturale delle nostre micro imprese. Questa fragilità è rappresentata da una quasi totalmente assente cultura di tipo manageriale. Le nostre imprese, maggiormente, si sviluppano intorno al concetto di imprenditorialità. Ma l’imprenditorialità, e cioè quel mix di intuizione, capacità, tenacia, spirito di sacrificio, propensione al rischio e conoscenza estrema del proprio prodotto/servizio non è più sufficiente. Dal momento in cui le aziende scoprono di essere in competizione con strutture molto più grandi, la questione vera è che l’imprenditorialità non è più elemento sufficiente per competere e rimanere sul mercato. Quello che caratterizza le aziende più grandi è la managerialità, ovvero la competenza per gestire. Che è l’elemento pressoché totalmente assente nel nostro tessuto imprenditoriale di micro imprese.

Se si vuole, quindi, sperare di restare nella competizione (perché di questo si tratta), occorre diventare, oltre che bravi imprenditori, anche bravi manager. Che non significa diventare tuttologi con conoscenze particolareggiate, ma quantomeno avere contezza che occorre presidiare le principali aree della propria attività e acquisire gli elementi di base che riescano a farne percepire l’importanza. E avere gli strumenti per capire quali sono le priorità e se si hanno le competenze sufficienti al proprio interno o se occorre cercarle all’esterno. Comunque, con la consapevolezza, ancora una volta, di capire a chi affidarsi per ottenere il necessario supporto.

Sulla base di queste considerazioni, Braavery ha sviluppato un percorso formativo ad hoc per i micro imprenditori affinché percepiscano con competenza le principali aree e i principali processi della propria azienda, presidiandoli alla luce di nuove competenze che gliene diano la capacità. Si parte da una considerazione direttamente rivolta ai micro imprenditori e che è la seguente:

“La tua impresa ci sta a cuore. 

E sta a cuore anche a te. Dedicati solo i prossimi 2 minuti. 

Vendere, acquistare, organizzare, controllare. Tutti i giorni sei chiamato a confrontarti con queste attività. 

Ora rifletti: mentre tu corri e ti affanni cercando di stare dietro a tutto, le altre aziende con cui competi stanno pensando a come acquisire le quote di mercato rappresentate dai tuoi clienti. 

Le imprese più grandi della tua, con cui condividi lo stesso mercato, hanno dei manager che tutti i giorni pensano a questo. 

Eppure, tu riesci ancora ad avere il tuo spazio nel mercato. E ci riesci grazie alla tua intuizione, alla tua capacità e al tuo impegno. 

Ma cosa hanno di diverso, fondamentalmente, le grandi aziende rispetto alla tua? 

Ovviamente, la disponibilità finanziaria. Ma non è questo l’elemento distintivo. 

Quello che fa la differenza è la capacità di gestire. I grandi, per gestire, si affidano ai propri manager. Tu non puoi, domattina, assumere dei bravi manager. 

Puoi, però, diventarlo tu. Devi diventare un manager, perché non ti è più sufficiente essere soltanto un bravo imprenditore. Solo così potrai garantire il successo alla tua impresa. 

La nostra organizzazione, forte di esperienze maturate in circa trent’anni di attività nelle grandi aziende del settore privato e pubblico, ha deciso di cogliere questa sfida: far diventare te, bravo imprenditore, anche un bravo manager. Capace di prendere in mano le sorti della propria azienda. 

Ora, immagina cosa potresti fare sapendo cosa fanno i manager che operano nelle aziende più grandi e avendo anche soltanto le loro competenze di base. 

Immagina di sapere come sviluppare al meglio le tue vendite; di sapere se la tua impresa guadagna o perde; se le tue risorse finanziarie sono sufficienti per affrontare un investimento; come ottimizzare i costi; come scegliere i giusti collaboratori. 

Dedicati ancora 2 minuti rispondendo alle domande del breve questionario che segue e ti invieremo gratuitamente la guida “Imprenditore e manager”. Scoprirai come diventare davvero, col nostro aiuto e con il poco tempo che hai a disposizione, il bravo manager che serve alla tua azienda. 

Vedrai che non si tratta di una formula miracolosa, ma di qualcosa di estremamente operativo e alla portata di chi, come te e come noi, accetta sfide ogni giorno.”.

Per consentire al micro imprenditore di capire meglio di cosa si tratta in pratica, Braavery ha predisposto una semplice ma efficace survey che si trova qui: Survey _Imprenditore & Manager_ La survey è attiva e si può provare a rispondere alle domande.

A seguito dell’analisi delle risposte, Braavery proporrà delle iniziative formative in modalità live webinar specifiche per sostenere l’imprenditore laddove dalla valutazione della survey siano emerse, in logica di priorità, le maggiori criticità a cui dare supporto. Con dei percorsi formativi estremamente pragmatici e di taglio operativo, frequentabili sulla piattaforma Braavery, dalle 18 alle 20. La logica modulare dei percorsi consente all’imprenditore di concentrarsi su quei percorsi, dapprima, per cui è emerso il maggior bisogno. E seguitare, poi, a crescere frequentando via via gli altri moduli. Che potranno dargli gli strumenti operativi per essere, oltre che un bravo imprenditore, anche un bravo manager.

Il progetto “Imprenditore & Manager” è in imminente rilascio.

Ecco gli argomenti trattati nei percorsi formativi modulari:

  • Controllo di gestione e pianificazione;
  • Organizzazione;
  • Vendite e marketing;
  • Internazionalizzazione;
  • Acquisti, logistica e produzione;
  • Tax & Legal.

Sabrina Bocchino

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